Rievocazione Storica
della Fusione 1850-2012
Civitella
d’Arna
17/26 agosto
2012
Origine e
storia della Festa delle Campane
La festa delle campane di Civitella
d’Arna, è nata nell’anno 2000, ideata ed organizzata dalla ProArna di Civitella
d’Arna. L’idea della festa, ha preso spunto dal diario parrocchiale,
tuttora custodito in canonica, che il lungimirante parroco del tempo don Francesco Baldelli, già dal 1846, anno
del suo insediamento nella parrocchia di San Lorenzo in Civitella d’Arna, ebbe
cura di scrivere durante gli anni che resse la parrocchia, fino alla sua morte avvenuta nel 1895. Fra i tanti avvenimenti importanti e significativi che riportò
fedelmente nel diario, uno su tutti ha colpito gli abitanti di Civitella ed è
appunto il racconto della Fusione delle Campane che avvenne in paese, nelle
cantine del convento dei Padri Filippini, ad opera dei fonditori fratelli Sini
di Acquapendente di Viterbo, nel lontano anno 1850. Centocinquanta parrocchiani, assistettero recitando le litanie della
Vergine, alla colata del metallo, per la
liquefazione del quale occorsero 7 ore di fuoco. Ma eccovi la viva cronaca del tempo.........Mentre il metallo va colando nelle
sottoposte stampe, va fitto fitto zampillando e questi zampilli rendono un colore
quasi turchino. Il fonditore rivolto agli astanti ammutoliti li saluta dicendo: “Evviva
Maria” annunciando con ciò il felice esito della fusione. La campana maggiore
pesa Kg 536 è dedicata all’Immacolata e reca incise tra le altre le seguenti
parole: “La mia voce è voce di vita, vi chiamo alle sacre funzioni: venite!!! La seconda pesa Kg 264 è dedicata a S. Vinncenzo Ferreri e reca Inciso:
“Vi chiamo alla Chiesa – allontano la
tempesta”. La terza pesa Kg 127 è dedicata a S. Eurosia ed ha inciso: “Piango i
defunti, chiamo i vivi, allieto le feste”. Al termine dell’avvenuta fusione, le campane con il mezzo dei buoi,
vennero portate a Perugia, e benedette dall’Arcivescovo Mons. Gioacchino Pecci,
poi divenuto Papa con il nome di Leone XIII, suonarono per la prima volta alle
ore 23 del 7 dicembre 1850” . (tratto dal diario
parrocchiale originale) Ebbene, di questo avvenimento, che per l’epoca era da considerarsi
molto importante per un piccolo paese, don Francesco Baldelli, ha descritto nel
suo diario in modo minuzioso, tutti i fatti che caratterizzarono quei
giorni, dall’arrivo dei fonditori con i loro cavalli, fino al momento
della colata del metallo negli stampi. Grazie a queste importanti notizie, è stato possibile ricostruire, in
forma teatrale, l’intera cerimonia della fusione, che diretta dal prof.
Giuseppe Tufo, con la partecipazione del
Gruppo teatrale “Città di Arna” ed il
coinvolgimento della gente del luogo
come figuranti, conclude ogni anno la manifestazione in modo suggestivo ed
emozionante. Dal 2005
un’importante novità, ha arricchito la manifestazione come la “Festa del dialetto perugino”. Infatti,
dopo alcuni anni dedicati alla poesia dialettale, ci è sembrato quasi doveroso
rivolgere una maggiore attenzione al dialetto perugino nel suo insieme, ed inserirlo nell’ambito della Festa delle campane. Abbiamo incluso, oltre
alla poesia, una rassegna di teatro,
serate di musica dialettale e popolare, ed una serie di incontri-convegno che
riguardano il dialetto perugino e tutti
i suoi aspetti più importanti come usi, proverbi e costumi. Nei dieci giorni di
festa, quindi, Civitella d’Arna, torna a rivivere i fasti di un tempo anche
grazie ai costumi ed alla scene di vita quotidiana legata alla civiltà contadina
di metà 800. Crediamo che il compito delle Proloco sia soprattutto
salvaguardare il patrimonio della “memoria storica dei propri borghi” ed il
dialetto è una parte importante di questo patrimonio. Pochi finora sono stati
coloro che hanno rivolto attenzione particolare al dialetto come avviene invece
in molte altre regioni italiane. Noi, con umiltà, ma con il massimo impegno,
stiamo cercando di colmare questa lacuna, con la speranza di contribuire a ridare dignità alla nostra “lingua”.
Lamberto Salvatori
Nessun commento:
Posta un commento